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A proposito della bellezza…

Partiamo dall’idea che la bellezza sia una maniera di essere e che basterebbe aprire gli occhi e la mente per sollecitare la percezione del bello e per provare un sentimento estetico.
Alcuni studi scientifici ci dicono che la percezione del bello ha una base biologica, sembra sia strutturato nel nostro sistema nervoso e la neurobiologia afferma che la visione per esempio di un’opera d’arte stimolerebbe le stesse aree cerebrali che vengono stimolate quando ci innamoriamo.
Il bello è nella vita di tutti i giorni, non è solo un passatempo per privilegiati, lo troviamo nella natura, nell’arte, nella musica, ma anche in qualche attività in cui ci esprimiamo, in un film che ci piace piuttosto che in una collezione di oggetti dimenticati o in un piatto prelibato.

La bellezza tocca le nostre emozioni, rinforza la nostra salute, ci fa sentire più forti, più capaci di avvalersi delle proprie risorse, sollecita la nostra curiosità, il senso della meraviglia, la voglia di sperimentare, ci fa sentire a casa e quindi in contatto con noi stessi.

Però a volte la pressione sociale, il conformismo ci fanno piacere cose che in realtà non ci piacciono e invece bisognerebbe essere liberi di sentire, percepire, senza idee precostituite;

fare esperienza, scoprire e affermare il proprio gusto ci dà forza e sicurezza, possiamo imparare e scoprire ciò che amiamo giorno per giorno e accogliere il bello senza pressioni e pareri di qualcun altro.

La bellezza cura, ci può guidare nella nostra confusione, può essere un punto di riferimento, essere terapeutica, ci può fare riscoprire parti di noi sopite e sviluppare la nostra creatività perché esprimersi è un bisogno vitale, ci fa sentire vivi, ci fa essere spontanei e ci fa aprire al bello.

Può essere interessante quindi interrogarsi su ciò che per noi è “il bello”, comprendere se questa classificazione avviene da un moto interiore spontaneo, autentico o quanto risente di condizionamenti esterni, da ciò che il senso comune indica come modello.
Infatti spesso questa distinzione è molto sottile, e a volte è quasi impossibile comprendere il limite, ed allora possiamo osservare come “il bello” muove le nostre emozioni: ciò che stiamo vedendo, pensando, ascoltando, toccando, gustando cosa suscita in noi? Le emozioni sono infatti le nostre cartine di tornasole, al contrario dei giudizi e delle credenze che sono spesso delle strutture mentali rigide e poco aderenti ad una realtà in flusso come è la nostra realtà emozionale.

È affascinante intraprendere una ri-educazione emozionale, perché le emozioni non mentono, riparlano di noi, dei nostri punti di forza e delle nostre fragilità, permettendoci di utilizzare i primi e accogliere e trasformare le seconde per aumentare il nostro ben-essere.