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Emma è una bella donna, ha superato da poco i suoi 40 anni, ha una vita normale: un buon lavoro, un marito con il quale condivide impegni di una casa e una famiglia, due figli quasi adolescenti vivaci ma tutto sommato non particolarmente impegnativi, ogni tanto un aperitivo con le amiche, la palestra e due volte l’anno una vacanza, insomma, una routine “normale”, che dovrebbe farla sentire realizzata, o quantomeno soddisfatta.

Anche la vita familiare segue dei ritmi ben scanditi, ben organizzati ma senza entusiasmi, ognuno fa la sua parte come un ingaggio di un orologio che avanza automaticamente, senza mai interrogarsi sul senso del tempo che scandisce.

Eppure le giornate sono faticose, i momenti di allegria e di gioia sono rari, anzi, spesso avverte un senso di tristezza che serpeggia fra i pensieri, si sente chiusa in un circuito ripetitivo e senza prospettive vere, se non quella di arrivare finalmente alla pensione per avere il tempo vero di scoprire se stessa, oppure di azzardare la meta della prossima vacanza in posti meno scontati, un po’ più scomodi ma che possano stimolare la curiosità.

Quando si sente preda di questa insoddisfazione avverte però un senso di colpa, perché, a guardarla da fuori, la sua vita è quasi perfetta, sente quasi la voce di sua nonna che le ripete

”Chi si accontenta gode”, o quelle di sua madre e le sue amiche ascoltate tante volte nell’infanzia mentre commentavano un “colpo di testa” di qualche conoscente che non lasciavano spazio a dubbi: per non essere “dannate” bisognava avere una vita normale, lasciar da parte ambizioni e sogni strani, ed imparare ad accontentarsi.

Ma in fondo in fondo Emma sa che vivendo in questo modo sta tradendo se stessa, per obbedire al dogma dell’accontentarsi ha chiuso se stessa ed i suoi cari in una gabbia dorata.

Non è che quello che ha, marito, figli, lavoro, non lo abbia voluto, anzi, ma nel realizzarlo ha perso la sua forza, ha accettato di lasciare pezzetti di se stessa e dei suoi sogni un po’ qua e un po’ là, ha smesso di usare l’intraprendenza anche quando avrebbe potuto, ha smesso di credere di poter avere di più, ha in qualche modo deciso che era diventata “grande” e che ormai “le cose stanno così”.

 

Un giorno però, tornando dalla palestra incontra una amica di vecchia data persa di vista da qualche anno e decidono di dedicarsi qualche minuto per raccontarsi un po’ di vita davanti un buon caffè. Lucia racconta una storia simile a quella di Emma fino ad un certo punto, fino al punto in cui Lucia decide di mettersi di nuovo al centro della propria vita ed inizia un percorso di miglioramento personale.

La donna che oggi Emma ha davanti agli occhi e con la quale sta parlando è una donna che grazie ad una decisione è riuscita a riaccendere la propria vita che aveva perso smalto, ha riscoperto abilità e progetti che aveva dimenticato e le ha integrate nel proprio lavoro trasformandolo da qualcosa di ripetitivo e faticoso in qualcosa di appagante e stimolante, ha riscoperto un modo più autentico di vivere il rapporto di coppia e la relazione con sua figlia, riportando freschezza e allegria nella routine familiare, e ha scoperto di sentirsi più in armonia con se stessa e con la sua vita, dopo aver trasformato vecchi schemi mentali in nuove opportunità grazie alla guida di persone esperte e di tecniche sempre più snelle e personalizzabili.

Emma capisce, anzi SENTE che quell’incontro non è avvenuto per caso, ma in qualche modo rappresenta una risposta alla richiesta che lei non aveva neanche avuto il coraggio di formulare, e cioè “Cosa devo fare per sentimi nuovamente viva?”

Occuparti di te, esplorando nuove possibilità, fidandoti della tua capacità di SENTIRE ciò che fa per te , ascoltandoti di più e soprattutto accettando l’idea che alcuni schemi, o credenze possono essere trasformati, che accontentarsi non è una soluzione, anche se diventa un’abitudine della quale non ti accorgi neanche più è la cosa migliore che puoi fare per te e per le persone che ami, perché è sempre possibile cambiare, è sempre il momento giusto quando decidi di fare il primo passo verso la tua crescita.

Molte persone hanno paura di stravolgere la propria vita intraprendendo un percorso di questo tipo, invece spesso si mette in moto un processo di riallineamento spontaneo anche delle situazioni che ci circondano molto interessante, non necessariamente faticoso o ancor peggio doloroso.

E anche quando si pensa di non avere abbastanza coraggio, proviamo a chiederci quanto coraggio ci vuole a rimanere nella situazione attuale se la sentiamo “stretta”.

Ricordiamo sempre che ogni lungo e meraviglioso viaggio inizia con il primo passo.

Buon primo passo anche a te!

Silvia

ph.Alysha Rosly – Priscilla Du Preez -Cristopher Sardegna by Unsplash