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Posando davanti ad un obiettivo, un attimo prima del “click” i nostri pensieri più o meno consapevolmente si focalizzano su come vorremmo apparire e  su come quella foto abbia il compito di soddisfare il desiderio di essere riconosciuti e ricordati in un certo modo, infatti  si è contemporaneamente quello che crediamo di essere e quello che vorremmo che gli altri percepiscano di noi, ma a volte l’immagine non è adeguata all’effetto desiderato.

L’aspetto fisico è la nostra carta d’identità esteriore, l’immagine corporea invece è il modo in cui percepiamo e valutiamo il nostro corpo dal nostro interiore, è una rappresentazione che una persona fa su di sé ed è quindi soggettiva, legata a come ci vediamo e al giudizio degli altri. L’immagine corporea è il risultato del nostro vissuto, di ricordi, emozioni che abbiamo sviluppato durante la nostra crescita  compresi fattori come quelli socio-culturali, il livello di autostima, l’approvazione degli altri, le aspettative, le opinioni, le critiche, le delusioni sentimentali e lavorative, è influenzata quindi dai nostri stati interiori che portano alla formazione di un’immagine legata alle emozioni che rendono questa rappresentazione negativa o positiva.

 Chi ha una immagine corporea negativa è spesso ansioso, vergognoso e tende ad associare  il valore personale alle apparenze, avere invece una immagine corporea positiva significa sentirsi bene nella propria pelle, essere soddisfatti del proprio corpo a prescindere dal peso, dalle imperfezioni, significa rifiutare gli ideali irrealistici e poter decidere come vediamo il nostro corpo e come prenderci cura di lui, vivendolo come un “luogo personale” e non come un oggetto.

Per riuscire a sviluppare un’immagine corporea adeguata è necessario credere in se stessi, nelle proprie capacità, sapersi accettare, dare la possibilità alla propria vera natura di potersi esprimere, tirare fuori la propria autenticità attraverso il linguaggio corporeo: il movimento, la postura, le emozioni, la scelta dei colori degli abiti indossati, dei tessuti, degli accessori in sintonia con il proprio mondo interiore per creare l’armonia tra l’esterno e l’interno. Il corpo è un tutt’uno con la mente in un insieme armonico di emozioni e riflette dunque i bisogni, le paure, i disagi; sia se lo trascuriamo, sia se lo esaltiamo non lo stiamo vivendo come parte integrante di noi e  si viene a creare una scissione  tra la mente e il corpo che può portare disarmonia e disequilibrio. Il corpo va ascoltato, osservato, non giudicato, non represso o punito, va accolto, va accettato e l’aver cura di sé significa occuparsi non solo dell’immagine esteriore ma anche del nostro interiore: il nostro benessere arriva dall’armonia che abbiamo dentro e che poi si esprime attraverso la nostra immagine.

Ogni epoca ha avuto i propri canoni di bellezza: gli antichi Egizi amavano truccarsi non solo per sottolineare il loro rango, la loro appartenenza sociale, ma anche per sedurre. I Greci avevano una filosofia del corpo tutta positiva basata su un rapporto equilibrato tra il fisico e il mentale. Il tramonto dell’antichità classica segnò invece l’era della valutazione del corpo come sorgente di istinti distruttivi e peccaminosi, soggetto a misure restrittive e punitive come penitenze, digiuni, astinenze, divenne sconveniente persino esibirlo, anche lavarlo. E’ solo con l’Umanesimo e il Rinascimento che il corpo tornò ad essere attenzionato , curato, abbigliato, adornato, acconciato, tutto ad appannaggio dei ceti nobili chiaramente, mentre per gli altri il corpo aveva una funzione strumentale come per i contadini, gli operai e anche per le donne che svolgevano lavori di casa, facevano figli ed allattavano. A partire dagli anni ’70 poi con il famoso slogan delle femministe “ il corpo è mio e me lo gestisco io” comincia a cambiare il modo in cui la gente utilizza il proprio corpo grazie anche alla trasformazione delle mansioni lavorative, al maggior tempo libero, alla diffusione delle immagini, delle palestre, per arrivare ad oggi dove l’aver cura del proprio aspetto diventa quasi un dovere che spesso sfocia in ossessioni, preoccupazioni, assilli che ci imprigionano, che non ci rendono liberi di ESSERE.

I sentimenti che proviamo verso il nostro corpo e la sua immagine esteriore dipendono spesso da pensieri limitanti e convinzioni e l’immagine che ne abbiamo a volte non corrisponde alla realtà e c’è differenza tra la percezione che ognuno di noi  ha della propria immagine e l’aspetto che effettivamente ha il nostro corpo.

La soluzione di questa dualità secondo noi sta nell’armonizzazione delle parti, quindi ARMONIA ed EQUILIBRIO rappresentano come sempre le parole chiave alla base di un reale benessere, e quindi questo significa dare il giusto ruolo all’immagine esterna che non deve né prevaricare quella interna né essere sacrificata o trascurata, perché quando siamo in armonia essa diventa spontaneamente espressione di ciò che SIAMO .

Nella nostra esperienza l’approccio con l’immagine esteriore rappresenta una porta d’ingresso verso una maggiore conoscenza di sé e a volte iniziare ad agire proprio sul proprio modo di porsi “esteticamente” favorisce il processo alchemico globale, che può avvenire in maniera fluida e sorprendentemente gratificante.

Cinzia e Silvia

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