Seleziona una pagina

Abbiamo spesso parlato di EMPOWERMENT, che precisamente indica un processo di miglioramento finalizzato alla conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte,decisioni e azioni, sia nell’ambito delle proprie relazioni personali sia in quello della politica,sociale, professionale.

Uno degli obiettivi quindi è il POTENZIARE, che tradotto significa esprimere le potenzialità e avere potere su noi stessi e sulla nostra vita.

Cosa significa potenziare la propria azione, la propria immagine, la propria visione ?

Significa uscire dalla propria zona di comfort, quello status in cui sentiamo la pulsione verso qualcosa di diverso, ma tutto sommato preferiamo rimanere così e non intraprendere cambiamenti.

In questo modo invece di coltivare le nostre potenzialità coltiviamo le nostre abitudini depotenzianti, fino a che i nostri desideri, i sogni nel cassetto piano piano si affievoliscono e noi ci accontentiamo, ritenendo normale quel senso di insoddisfazione che ci accompagna.

Quindi il primo passo per POTENZIARE è OSARE.

Uscire dalla zona di comfort è un rischio che dobbiamo assumere, sapendo che non tutto sarà facile, sapendo che alcune persone intorno a noi non capiranno, o non condivideranno, ma sapendolo e preparandoci a questo sapremo come gestire questo “effetto collaterale” e già semplicemente questo atto ci farà sentire più “potenti”.

Si ma da dove iniziamo?

Abbiamo visto come lavorare sulla propria immagine esteriore, ma questo passaggio va sostenuto anche da un “upgrade” interno, che si manifesta con atteggiamento e comunicazione.

Comunicazione intesa questa volta proprio come “il modo in cui parliamo”.

Spesso infatti non abbiamo ne la consapevolezza ne il controllo della nostra comunicazione verbale, che è così importante per veicolare nel giusto modo i nostri contenuti.

Dobbiamo prenderci la responsabilità di comunicare in modo adeguato la nostra figura professionale, se parliamo di empowermewnt lavorativo, di osservarci, capire, studiare, mettere in pratica, avere autocontrollo e usare consapevolmente la comunicazione, che è fatta anche di parole, e che come sappiamo hanno una risonanza anche evocativa ed emozionale.

La comunicazione è fatta di tanti elementi, ed in particolare prendiamo in esame proprio le parole, e poniamo l’attenzione su come sostituirle in un determinato contesto con alcune più calzanti, potenzianti, energeticamente più adeguate alla situazione ed ai contenuti già cambi radicalmente i risultati.

questa immagine evoca la bellezza del fiore, inteso come espressione di un percorso di gestazione della bellezza interiore che poi fiorisce

Ecco una storia presa dal Web:

C’era una volta un uomo cieco che si trovava seduto sul gradino di un marciapiede chiedendo elemosina. Ai suoi piedi teneva un cappello dove i passanti potevano lasciare le loro monete per aiutarlo. Vicino al cappello aveva un pezzo di cartone con scritto: “Sono cieco. Aiutatemi, per favore”.

Un mattino, una ragazza esperta di marketing e comunicazione, passò di lì e si fermò. Guardando nel cappello dell’uomo non vedente, notò che vi erano solo poche monete e di poco valore. La ragazza si chinò e aggiunse anch’essa alcune monete. Poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il suo cartone, lo girò dal lato opposto e con un pennarello che aveva con sé, scrisse un’altra frase. Posò il cartone dove era prima, ma ora i passanti avrebbero letto la nuova frase.

Poche ore più tardi, nel pomeriggio, passò nuovamente dall’uomo non vedente e notò che il suo cappello era colmo di monete e anche di qualche banconota.

Il cieco riconobbe il passo della donna e gli domandò se era stato lei che aveva preso il suo pezzo di cartone cambiando la frase scritta, ma soprattutto chiese che cosa vi avesse scritto. Lei, contenta, rispose:

– “Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la sua frase in un altro modo”. Sorrise e se ne andò.

Sul suo pezzo di cartone vi era scritto: “Oggi è primavera e io non posso vederla”.-

Che sia vera o no questa storia ci rende chiaro come un uso diverso delle parole, che richiamano stati d’animo diversi suscitano reazioni ed azioni diverse.

Quindi il primo passo è osservarsi, analizzare che tipo di parole usiamo, se sono sempre le stesse o se possiamo contare su un vasto vocabolario, che tipo di “frequenza” hanno le nostre parole, cosa evocano in noi e in chi ci ascolta, se portano un valore aggiunto.

Chiediamoci : lasciano le cose così come sono, le migliorano o le peggiorano?

Assumiamoci la responsabilità di ciò che comunichiamo, e di come lo facciamo, perché questo produrrà degli effetti, sempre e comunque, sia in noi che negli altri, e questo è un primo passo verso il POTENZIAMENTO.

Silvia

josh-felise-yIMy3ERBc3o-unsplash.jpg

brooke-lark-jtvGydbUn30-unsplash.jpg

hivan-arvizu-soyhivan-MAnhvw0nDDY-unsplash (1).jpg

volkan-olmez-BVGMRRFQcf8-unsplash.jpg